CENTRO ITTIOGENICO MARINO ITALIANO A TARQUINIA
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CENTRO ITTIOGENICO MARINO ITALIANO A TARQUINIA
Nasce a Tarquinia (Viterbo) il primo centro ittiogenico marino italiano.
Nell'area che fu delle saline sorgeràà il polo che si occuperà di riproduzione di specie marine locali d'interesse economico specie crostacei.

Tra i progetti più interessanti c'è quello della riproduzione per il ripopolamento dell' Hommarus gammarus l'astice mediterraneo che possiede rispetto al cugino americano l'Hommarus americanus importato specie dal Canada una qualità delle carni indiscutibilmente migliore e che potrà spuntare sul mercato prezzi più alti di quest'ultimo (peraltro già di tutto rispetto;) )

Il centro,costato 5 milioni e 700mila, nasce all'interno di un'area di circa 170 ettari di vasche, effettua ricerche sull'ambiente costiero con laboratori di chimica delle acque, microbiologia ambientale e genetica molecolare ed è stato finanziato con i fondi europei, quelli della regione Lazio della provincia e del comune di Tarquinia in collaborazione con l'Università della Tuscia.
Probabilmente anche dalla nostra università, che si premura di attivari corsi incentrati sull'acquacoltura per il ripopolamento dovremmo aspettarci qualcosa del genere...nn credete?

Nell'area che fu delle saline sorgeràà il polo che si occuperà di riproduzione di specie marine locali d'interesse economico specie crostacei.

Tra i progetti più interessanti c'è quello della riproduzione per il ripopolamento dell' Hommarus gammarus l'astice mediterraneo che possiede rispetto al cugino americano l'Hommarus americanus importato specie dal Canada una qualità delle carni indiscutibilmente migliore e che potrà spuntare sul mercato prezzi più alti di quest'ultimo (peraltro già di tutto rispetto;) )

Il centro,costato 5 milioni e 700mila, nasce all'interno di un'area di circa 170 ettari di vasche, effettua ricerche sull'ambiente costiero con laboratori di chimica delle acque, microbiologia ambientale e genetica molecolare ed è stato finanziato con i fondi europei, quelli della regione Lazio della provincia e del comune di Tarquinia in collaborazione con l'Università della Tuscia.
Probabilmente anche dalla nostra università, che si premura di attivari corsi incentrati sull'acquacoltura per il ripopolamento dovremmo aspettarci qualcosa del genere...nn credete?

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